Intervista con Reto Knutti
Signor Knutti, ci sono ancora molte persone che non credono al cambiamento climatico. Cosa può dire loro?
L’uomo è il principale responsabile del riscaldamento globale. È un dato di fatto. Le ragioni fisiche sono chiare da oltre un secolo, le osservazioni al riguardo non danno adito a dubbi. Il vero dibattito da affrontare non è tanto quello sull’esistenza del cambiamento climatico, bensì su come noi, in veste di società, possiamo far fronte ai rischi a esso connessi e quali provvedimenti vogliamo adottare per adeguarci e per ridurre le emissioni.
Il cambiamento climatico è un problema impellente. “I fronti devono unirsi”, dice nel Suo film. Cosa bisogna fare in concreto e come bisogna procedere al riguardo?
Ma dalla Svizzera si può influenzare lo sviluppo globale?
Di fronte a un problema globale, tutti devono apportare il proprio contributo, indipendentemente dalla grandezza. Se noi in Svizzera, con la nostra intelligenza, i mezzi finanziari e il nostro sistema sociale politico, non siamo in grado di dimostrare che cambiare è possibile, chi altro può farlo? C’è poi anche il fattore innovazione: se riusciamo a sviluppare soluzioni allettanti, il mondo le comprerà o copierà. E questa è una grandissima leva in più.
Da secoli, Zurigo è la culla di idee e spunti importanti e socialmente rilevanti. Cosa rende il centro di ricerca Zurigo così interessante per Lei?
Nei sondaggi ambientali, Zurigo è una città esemplare. Può esserlo anche in merito al cambiamento climatico?
Assolutamente sì! Già oggi è più avanti di altre, ma non dorme certo sugli allori. Per arrivare al successo, non bastano la politica o l’amministrazione comunale. Servono anche le persone che vivono e lavorano qui. Tutti possono fare qualcosa. E siamo solo all’inizio.